Gli anni '50 sono quelli del boom economico.

Tutti sono presi dal lavoro per far crescere economicamente la propria famiglia e così anche l’Italia, ma nel poco tempo libero che rimane i nostri Alpini trovano il modo per mantenere la promessa fatta e rendere onore al ricordo dei caduti presenziando alle manifestazioni combattentistiche e d’arma comunali come quelle del 4 novembre e del 25 aprile, alle adunate nazionali e sezionali o alle adunate sull’Ortigara o quelle sul Pasubio facendosi inoltre promotori di varie attività sul territorio.

Sentono però che manca qualcosa, qualcosa che aiuti a ricordare gli Alpini che hanno dato la loro giovane vita per la Patria.

Manca un Monumento!

 

La proposta viene discussa, vagliata, studiata; le idee ci sono e anche significativamente audaci …

dalle rive francescoNel 1961 viene eletto capogruppo Francesco Dalle Rive, che poi diverrà anche sindaco di Sarcedo.

Si ritorna a parlare con insistenza del Monumento, di un Monumento ai Caduti di tutte le guerre e per questo si pensa di coinvolgere tutta la popolazione che risponde con grande partecipazione e generosità. È deciso il Monumento si farà.

A questo punto però sorge un nuovo problema: dove lo si andrà a collocare? La piazza del paese è piccola e non c’è spazio.

Ma gli Alpini non hanno paura… e ben presto si decide di sbancare una parte della collina che delimita la piazza per creare lo spazio necessario.

Purtroppo i problemi non sono finiti: c’è un capitello, edificato molti anni prima dai sarcedensi e dedicato alla Madonna Addolorata col Cristo deposto dalla Croce come voto per scongiurare il diffondersi della peste nel paese, che delimita l’area da smantellare il quale, chiaramente, nessuno intende abbattere per fare posto al monumento.

Ancora una volta i nostri Alpini non si perdono d’animo e trovano un’ingegnosa soluzione anche a questo nuovo problema: il capitello verrà spostato in blocco, senza neppure muovere un mattone. Viene preparata la nuova sede che dovrà accogliere il capitello e, con l’intervento delle potenti gru dei soldati americani di stanza a Vicenza, il 30 marzo 1962 il capitello viene imbrigliato con dei cavi d’acciaio, sollevato e posto intatto sul nuovo piedistallo.

Ora la strada è completamente sgombra per poter procedere con lo sbancamento della collina ed iniziare i lavori di costruzione.

capitello 01  capitello 02  capitello 05   

 

Finalmente l’8 aprile 1962, il Monumento, in marmo e in bronzo, opera dello scultore Egisto Caldana di Vicenza, viene inaugurato.

 

Si organizza una grande cerimonia alla quale sono presenti, oltre a tantissimi Alpini, tutta la popolazione, il Prefetto Nicosia, l’On. Cengherle, l’On. Fornale, il Generale Cunico, il Maggiore Adami, il Maggiore Pesa, il valoroso Capitano Milan, i Generali e Ufficiali della Setaf ed il Sindaco e Capogruppo Dalle Rive. Ufficia la SS Messa il Rev.mo Padre Faccin, che conosce bene tutti gli Alpini di Sarcedo per averli assistiti sui campi di battaglia. È l’On. Cengherle a pronunciare il discorso di inaugurazione.

Grande emozione si respira tra gli Alpini di Sarcedo durante tutta la cerimonia, mossa dall’orgoglio di essere riusciti, con l’aiuto di tutti i paesani, ad edificare, per i loro Fratelli Caduti di qualsiasi arma, un Monumento che li ricordi, affinché ognuno, passando davanti al Monumento abbia a meditare, a pregare e rendere omaggio a Coloro che con il loro sangue ci hanno dato la possibilità di vivere oggi in libertà.