Anche quest'anno gli Alpini di Sarcedo si sono riuniti assai numerosi per la tradizionale Festa del Tesseramento.

Hanno presenziato il Presidente Sezionale Avv. Periz, il Capo Zona cap. Faccin, il Sindaco Borgo, il col. Tonus e le associazioni d'arma oltre al socio anziano e fondatore del gruppo Eugenio Carollo.

Dopo la Santa messa celebrata dal Padre Faccin ed accompagnata dalla Banda Cittadina, è stata deposta una corona d'alloro al Monumento ai Caduti e quindi in un noto ristorante ha avuto luogo l'Assemblea del Gruppo.

Il Capo Gruppo rag. Gallio ha esposto i dati maggiormente significativi delle varie attività svolte nel corso dell'anno 1983, proponendo una serie d'iniziative da realizzare nel 1984. Hanno preso la parola il Sindaco che ha ringraziato gli alpini per la costante attenzione ai problemi cittadini ed ha promesso tutto il suo appoggio per la concessione di una dignitosa Sede del gruppo. L'Avv. Periz ha portato il saluto della Sezione ed ha parlato della prossima Adunata Nazionale di Trieste e della grande manifestazione indetta per il 4 novembre 1984 a Vicenza con il giuramento in Piazza dei Signori delle reclute della Brigata Cadore.

La serata si è protratta fino a tarda ora fra canti e giochi, sempre rallegrati dall'instancabile Banda che si è esibita in allegri pezzi di repertorio.

In collaborazione con il Club Cacciatori Sarcedensi, il Gruppo Alpini ha dato vita il 17 Giugno u.s. ad una giornata di tiri al piattello con sottoscrizione a premi, il cui ricavato è stato devoluto alle Parrocchie locali di Sant'Andrea e Santa Maria per opere di beneficenza. La manifestazione si è svolta, fin dalle prime ore del mattino, nella più fraterna ed amichevole allegria ed il concorso dei "Tiratori" è stato assai notevole.

Sabato 26 febbraio 1983, ore 18,30. Gli Alpini di Sarcedo s'incontrano sul piazzale Medaglia d’oro Antonio Vellere. Nevica e fa freddo, ma gli Alpini con il loro cappello sono a loro agio e in carattere; si salutano, s'abbracciano, si scambiano battute sul filo dei loro ricordi …

È la loro festa annuale del tesseramento. Sono presenti in mezzo agli alpini Padre Ignazio Faccin, i reverendi parroci Don Giovanni Battaglia di S. Maria e Don Franco Coffetti di S. Andrea, il Sindaco sig. Borgo. il medico condotto dott. Brombin, il cap. Faccin, il capo zona “Astico Brenta” cav. Bertoluzzo, il vice capo zona cav. Campagnolo, l'ing. Dell'Orto con la gentile consorte, da sempre amici e sostenitori del Gruppo. La popolazione fa da corona.

Si forma il corteo che, preceduto dal gagliardetto e dalla bravissima fanfara di Sarcedo, che suona inni patriottici, si avvia alla Chiesa di S. Maria, ove Padre Faccin con i reverendi Parroci officia la SS Messa in memoria degli Alpini scomparsi in guerra ed in pace. Don Giovanni Battaglia saluta gli Alpini con commozione e particolare soddisfazione, in quanto le penne nere questo anno hanno voluto ritornare per il Rito Religioso della loro festa, nella Chiesa di S. Maria, dalla quale erano assenti da qualche tempo. Padre Faccin, con parole appassionate, ricorda i cimiteri di guerra ove sono sepolti i soldati italiani ed esorta tutti all'amore e alla preghiera, dimenticando odi e rancori. Vengono poi lette: “La preghiera dell'Alpino Ignoto” e “La preghiera dell’Alpino”.

Al termine della cerimonia religiosa si va alla deposizione delle corone d'alloro al monumento di A. Vellere e ai Caduti di tutte le guerre, mentre la fanfara suona l'inno di Mameli.

Gli alpini si ritrovano poi alla consueta riunione conviviale, a cui partecipano congiunti, amici e simpatizzanti. Qui il Capo Gruppo, ringrazia gli ospiti che hanno voluto onorare con la loro presenza la festa alpina e ricorda a tutti che il Gruppo deve essere presente nella vita sociale del paese con le sue attività, essendo questo il modo migliore per affermare con la “fratellanza e il vogliamoci bene” il nostro amore per la Patria, che in questi momenti di crisi e di sbandamento ha più che mai bisogno anche degli Alpini. Esorta poi gli anziani, quelli che hanno combattuto e sofferto nel compimento del loro dovere, di incoraggiare i giovani sulla strada dei valori morali, civili e cristiani, che sono alla base delle nostre tradizioni alpine. Ai giovani Alpini, ormai l'asse portante della nostra Associazione, il privilegio e l'onere di portare avanti quegli stessi valori insostituibili con fierezza e la certezza che se essi erano validi ieri, tanto più lo sono oggi e lo saranno domani. Prende la parola poi il cap. Faccin che, con appassionato slancio di amore per l’Italia, fa un po’ la storia delle truppe alpine, dei loro sacrifici e dei loro morti, della loro dedizione al bene comune e rende omaggio alle Forze Armate, ai Carabinieri ed alla Polizia per il loro contributo di sangue per la difesa della Patria contro l'eversione, il terrorismo, la camorra ecc. Fa seguito il sorteggio di una ricca sottoscrizione a premi, mentre la fanfara si sbizzarrisce in suonate che mandano in visibilio i presenti e scrosciano applausi.

A qualche ora la festa finisce, ma gli Alpini si ripromettono di ritrovarsi tutti all'Adunata Nazionale di Udine per affermare ancora una volta che sono una forza viva, operante al servizio degli altri, con amore.

È il 14 febbraio del 1981, di sabato. Siamo all’annuale Festa del Tesseramento del Gruppo Alpini di Sarcedo. Una festa, come sempre, caratterizzata da grande fermento, manifesto desiderio di trovarsi, di stare insieme, viva animazione di spensierata allegria e fraterna cordialità, per “quel qualcosa” che sempre accompagna gli appuntamenti Alpini. Tutto inizia con l’incontro alle ore 18.30 presso la piazza di Sarcedo dalla quale si parte in corteo verso la Chiesa, accompagnati dalle note della Banda Cittadina.

Sono presenti ospiti graditissimi: il sindaco di Sarcedo sig. Borgo, il cap. Faccin, il col. Tonus, che guida un picchetto armato di giovani Penne Nere dando lustro alla cerimonia, il dott. Brombin, il socio onorario ing. Dell’Orto con la Consorte, oltre ovviamente agli Alpini e alla popolazione. La SS Messa a suffragio dei Caduti di tutte le guerre, nel ricordo del 60° anniversario della glorificazione del Milite Ignoto, viene concelebrata dal cappellano Padre I. Faccin e dall’arciprete don A. Manfron che si rivolge agli Alpini tutti esortandoli a tenere sempre alte ovunque le tradizioni Alpine e a sostenere con orgoglio il Cappello Alpino, simbolo di dignità, fierezza e distinzione. Alla fine della Cerimonia Religiosa, vengono resi gli onori e deposta una corona di alloro al Monumento dei Caduti, mentre la Banda Cittadina intona inni cittadini.

È giunto il momento del pranzo di prammatica e ci si trova tutti presso il ristorante “Vulcano”. L’apertura dei discorsi ufficiali spetta al Capo Gruppo comm. Francesco Dalle Rive che rivolge un cordiale saluto ed un ringraziamento agli ospiti che con la loro presenza hanno voluto onorare la festa, quindi, prende la parola il cap. Faccin il quale, dopo aver raccontato come gli Alpini e gli Artiglieri da montagna si siano sempre distinti per il loro valore, la loro onestà e la loro dedizione al dovere sia in tempo di guerra che in tempo di pace, ricorda il terremoto del Sud e il grande sforzo umano fatto e che rimane da fare ai nostri Alpini per aiutare i fratelli disastrati. Egli ancora, ricorda e rende omaggio a tutte le forze di Polizia e Militari per quanto hanno fatto e stanno facendo, anche a sacrificio della loro stessa vita, per debellare il terrorismo e dare pace a questa nostra cara Patria. Non dimentica poi di indirizzare a Padre Faccin un sentito augurio di bene per i suoi 74 anni compiuti l’11 di febbraio ed un vivo e caloroso saluto al sempre presente 97enne Cav. di Vittorio Veneto Nicola Carollo; parole queste, alle quali fanno subito eco gli evviva e gli scroscianti battimani degli Alpini presenti. Rammentando in fine la passata Adunata Nazionale di Genova, ove gli Alpini hanno dato una grande dimostrazione di fede, di unità, di fraternità e di comportamento civico ed ammirevole, il cap. Faccin conclude il suo discorso invitando tutti al prossimo appuntamento di Verona per il 9 e 10 maggio prossimi.

 

Alla conclusione dei discorsi fa subito eco l’eclettica Banda Alpina si sbizzarrisce in sonate montanare, con accompagnamento di voci più o meno rauche degli Alpini.

A … una qualche ora la festa termina, con piena soddisfazione spirituale e … corporale e con l’arrivederci a Verona.

Il 4 aprile 1982 l’Alpino Nicola Carollo, Cav. di Vittorio Veneto, appartenente al gruppo di Sarcedo, compie la bella età di 98 anni.

Uomo schietto, semplice, cittadino fiero e dignitoso, combatté con coraggio sulle alte montagne dell'Adamello, nella guerra del 15/18. Fu uno dei fondatori del Gruppo A.N.A. di Sarcedo, che si costituì nel 1934 e sempre si distinse per il suo attaccamento alla Patria ed alle tradizioni alpine.

Questo suo amore patriottico e montanaro fu di esempio anche al figlio Mario, disperso in Russia, il quale si comportò da valoroso e fu decorato di medaglia d'argento al V. M.

Indimenticabile figura di alpino, il «vecio Nicola» anche questo anno ha partecipato alla festa del tesseramento, avvenuta il 6 febbraio u.s., portando fra i giovani quello spirito e quella vitalità che non sembrano mai venire meno in un alpino della sua razza.

La Presidenza del Gruppo Alpini di Sarcedo, interpretando il pensiero di tutti i Soci, invia al «Vecio caro alpin » che tanto li onora i più calorosi e cordiali auguri di ogni bene, auspicando di poter festeggiare nel 1984 i suoi 100 anni ed il cinquantesimo di fondazione del Gruppo. La Sezione di Vicenza si associa agli auguri del Gruppo di Sarcedo e si complimenta prima con il Vecchio Nicola, quasi centenario, poi con tutta la famiglia Carollo, legata alle truppe alpine da tre generazioni e con un valoroso figlio, Mario, disperso in Russia.

Un pezzo della Storia d'Italia è stato scritto dal sangue e dai sacrifici di questa famiglia, che merita la riconoscenza della Patria.

 

Alpino Nicola Carollo classe 1888 - 6° Alpini

guerra 1915/1918;

Alpino Mario Carollo di Nicola classe 1921 – 9° Alpini

guerra 1940/1943 disperso in Russia, Med. d'Argento al V. M.;

Alpino Primo Carollo di Nicola classe 1914

guerra 1940/1943;

Artigliere di Montagna Nazario Carollo, nipote di Nicola, classe 1951. 

È il 1 marzo del 1980. Siamo alla tradizionale festa del tesseramento del Gruppo Alpini di Sarcedo. I festeggiamenti iniziano al sabato, alle ore 18.30, con la SS Messa concelebrata da Padre Faccin e dal Parroco Don Attilio Manfron.

Assistono alla celebrazione, oltre ovviamente agli Alpini, il Sindaco sig. Borgo, i sigg. Col. Tonus e Stratta, il vicepresidente cap. Faccin, il benemerito ing. Dell'Orto e Consorte e la Cittadinanza.

Dopo l'omelia di Padre Faccin, durante la quale con la Sua ancora indomita personalità oltre a mettere in evidenza l'attualità delle Sacre Scritture testè lette egli sottolinea che nella nostra cattolica Vicenza, un tempo chiamata "Sacrestia del Vaticano", si leggono sui muri della Città delle scritte blasfeme che gli Alpini deplorano, un Alpino, parlando dall’ambone, pone il ricordo sugli Alpini caduti nei campi di Battaglia e di prigionia, i dispersi dei quali non si conosce ancora la sorte, richiamandosi ad alcuni reali episodi di coraggio, di eroismo, di dedizione al dovere ed alla Patria, di umano altruismo e di amore fraterno di cui sono stati protagonisti gli Alpini nei più tragici momenti della guerra. Fatti, questi, determinanti anche oggi, come lo furono a Nikolajewka allora, per uscire dalla tragedia in cui si sta dibattendo la nostra Italia.

Alla fine della Cerimonia Religiosa ha luogo la deposizione di una corona di alloro al Monumento dei Caduti di tutte le guerre al suono di inni patriottici eseguiti dalla Banda di Sarcedo.

Alle ore 20.00, autorità, Alpini e simpatizzanti sono tutti riuniti per il pranzo di prammatica ed il capo Gruppo comm. Dalle Rive, dopo avere salutato e ringraziato i graditi ospiti e tutti i convenuti, offre al Cappellano P. Faccin, per il suo 50° di Sacerdozio, una targa ricordo, manifestando così la gratitudine di tutti gli alpini di Sarcedo per il sempre valido cappellano che tanto fece per le penne nere e tanto si prodigò senza distinzione.

Un lungo applauso segue al caloroso e fraterno abbraccio fra Padre Faccin ed il comm. Dalle Rive, seguito da un ulteriore non meno scrosciante battimani all'indirizzo del più "Vecio Alpin" di Sarcedo, il giovane 97enne cav. di Vittorio Veneto Nicola Carollo, il quale non disdegna di trovarsi fra tanti giovani onorando la tavola con carne, toscan e vin bon.

A questo punto, il vice-presidente cap. Faccin tiene il discorso di circostanza, chiamando a raccolta, con vibranti e sentite parole, gli Alpini e gli artiglieri da montagna, perchè diano la loro collaborazione, il loro aiuto morale e solidale ai Carabinieri, alla Polizia, ai Finanzieri ed ai Soldati tutti, che in questi difficili momenti, stanno versando il loro sangue e fanno dono della loro vita per difendere la nostra Patria dalla criminalità, dalla violenza, dall’eversione e dal terrorismo.

La festa si conclude verso la mezzanotte … forse, sempre allietata dalla Banda che si esibisce con bravura in brani musicali della tradizione Alpina. Ci si lascia in allegria … con l’arrivederci ai prossimi appuntamenti alpini.