(Scritto da Arduino Parisotto)

Chi è un alpino?

È una persona che ha forti valori civili, umani, di fratellanza e di servizio; amante della montagna e con un grande spirito di sacrificio. Il cappello, per regolamento, può essere indossato soltanto da chi ha fatto il servizio militare o per meriti acquisiti.

 

E qui comincia la storia dell’Amico degli Alpini Sperotto Gino Elia.

La sua è una famiglia di Alpini: il padre Osvaldo alpino del 1912, il fratello Luigi alpino soccorritore a Longarone nel 1963 per il disastro del Vajont.

Elia non fa il militare per motivi personali, ma nel suo petto batte un cuore Alpino. La sua montagna è il Pasubio.

Elia viene iscritto come “Amico degli Alpini” nel gruppo di Marano Vicentino dal capogruppo sig. Berlato Giacomino e gli viene concesso un permesso speciale dalla forestale di frequentare il Pasubio e la strada della “Scarubi” per rifornire d’acqua i pastori durante l’estate.

Elia però ama il suo paese natale, Sarcedo, e vuole operare tra la sua gente e così un giorno gli chiedo, assieme al nostro capogruppo Claudio Fioravanzo, di iscriversi al nostro gruppo e lui accetta di buon grado. Entusiasta si mette subito al lavoro e da geniale artigiano sistema il magazzino, progetta, crea e brevetta il “capannone su carrello” per facilitare il trasporto in pullman delle attrezzature da campo.

Elia era sempre disponibile, sempre in prima linea, ma non poteva portare il cappello d’Alpino.

Con il tempo la Direzione Nazionale Alpini dispose che le sezioni locali potessero permettere a qualche Amico Alpino di indossare il cappello per meriti acquisiti.

Detto, fatto. Presentai la richiesta per Elia al consiglio provinciale che nella persona del presidente Rossato Ruggero delegò i gruppi di sezione di decidere riguardo le persone meritevoli. Il nostro gruppo decretò all’unanimità l’uso del cappello Alpino all’amico Elia. La soddisfazione fu immensa per Elia che non tardò un solo giorno a comperarselo.

Nel 2004 si costituì a Sarcedo il Gruppo di Protezione Civile Comunale ed Elia entrò a farne parte con grande spirito Alpino.

Nel 2009 Dio lo chiamò tra le sue montagne e per noi alpini Elia “andò avanti”.

Io, Caporale Maggiore degli Alpini Parisotto Arduino, gruppo di Sarcedo, con orgoglio dico: Grazie Elia! 

 

Le forti esperienze fatte dal nostro Gruppo Alpini, in collaborazione con altri della zona, relativamente ad interventi sul territorio in zone e tra popolazioni colpite da catastrofi naturali, in particolare nel Friuli Venezia Giulia, fanno nascere nella mente dei componenti il direttivo Gruppo Alpini Sarcedo l’idea di creare sul territorio un gruppo di volontari opportunamente addestrati a questi tipi di operazioni di emergenza.

Dopo una serie di studi e di incontri preparatori, per iniziativa del cav. Girolamo Campagnolo, di Giovanni Gallio, di Lino Basso e Pierluigi Santorso, si giunge negli ultimi mesi del 1988 alla costituzione ufficiale del “Nucleo di Protezione Civile Astico Brenta”, iscritto nell’apposito albo della Prefettura di Vicenza, con volontari provenienti dai Gruppi A.N.A. di Sarcedo, di Bolzano Vicentino, di Bressanvido, di Montecchio Precalcino, di Passo di Riva, di Poianella, di Povolaro e di Sandrigo.

 

Questa la lista dei primi Alpini di Sarcedo inscritti al Gruppo di protezione Civile:

Capogruppo Santorso Pierluigi

Qualifica: infermiere generico, cuoco.

Campese Carlo

Qualifica: operaio saldatore.

Bonollo Gerardo

Qualifica: infermiere generico.

Fioravanzo Claudio

Qualifica: elettricista ed idraulico.

Pauletto Flavio

Qualifica: organizzazione lavori, carpentiere.

Zanazzo Luigino

Qualifica: meccanico generico, idraulico.

Brazzale Venuccio

Qualifica: operatore macchine movimento terra, palista, autista autotreni e autobetoniere

 

Nella primavera del 1989 avviene la “presentazione ufficiale” seguita da una esercitazione denominata “Astico-Brenta 1”, con lo scopo principale di cementare l’amicizia e la solidarietà tra i volontari e prendere visione e confidenza con i mezzi e le attrezzature a disposizione. Il luogo prescelto è una vasta area adiacente la zona industriale di Sandrigo, sulla quale si esperimenta l’installazione di un vero e proprio campo logistico completo di tendopoli, di padiglioni attrezzati per la cucina, per il pranzo, per l’infermeria, per le trasmissioni ed altro.

Un primo grande risultato dunque che immediatamente rende onore a tutti i volontari presenti, gli ideatori e gli organizzatori.

La Squadra di Protezione Civile “Astico-Brenta” alla sua presentazione ufficiale del 1989

 

A questa prima esercitazione ne fa subito seguito un'altra nel mese di giugno, sempre del 1989, dove la “Squadra Astico-Brenta” partecipa a Trieste all’esercitazione denominata “A.N.A. 4” per la realizzazione di punti di appoggio agli elicotteri della Protezione Civile in servizio antincendio. Una attività che mette a dura prova tutta la Squadra perché effettuata in condizioni meteorologiche particolarmente avverse. Per questo operato viene consegnato al Gruppo un attestato sottoscritto in calce da due autorevoli personaggi, il responsabile della Protezione Civile De Pretone e dal generale Badino, attestato che viene purtroppo pesantemente danneggiato durante l’incendio della sede Alpina di Montecchio Precalcino (sede anche del Gruppo Protezione Civile Astico-Brenta) avvenuto nella notte del 16 agosto 1991.

Nella primavera del 1990 la “Squadra Astico-Brenta” partecipa all’esercitazione “A.N.A. 4” a Trento che prevede la bonifica del lago artificiale di Santa Giustina.

Di maggiore impegno risulta poi il lavoro svolto come esercitazione denominata “Astico-Brenta 2” che prevede la bonifica della strada di via Feo, ricordata dagli anziani come Riva Magra e citata nei documenti dell’ottocento come strada della Contea perché fiancheggia per un lungo tratto la mura di cinta della proprietà Cita.

Il 1991 vede il Gruppo attivo nell’esercitazione denominata “Tagliamento 91” a Latisana e Precenicco in provincia di Udine, nei lavori di rifacimento del tetto di un’antica chiesetta oltre che alle opere di potenziamento di alcuni tratti di argine del Tagliamento e di alcuni affluenti.

Il 1992 vede il gruppo occupato, fin dalla primavera, nei lavori di recupero delle cantine di Villa Cita su progetto e direzione dei lavori approvati dall’amministrazione comunale di Montecchio Precalcino.

Il 1993 prosegue con il rifacimento del tetto delle cantine di Villa Cita e la partecipazione alla esercitazione triveneta denominata “Sontium 93” consistente nei lavori di ricostruzione delle barriere antincendio sui costoni dello storico monte San Michele nei pressi di Gorizia.

Il 1994 è un anno particolarmente importante per il gruppo che si trova impegnato sul Pasubio nell’esercitazione triveneta denominata “Pasubio 94” con lo scopo di provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria della “Strada delle Gallerie”, della “Strada degli Scarubi” e della “Strada degli Eroi”, luoghi questi talmente carichi di ricordi da farvi convergere per questa esercitazione oltre 800 volontari.

Nel 1987 la Sig.na Orsolina Carollo dono al Gruppo Alpini di Sarcedo il nuovo gagliardetto. Nella foto a fianco la si vede indossare la croce d'argento del fratello Mario deceduto a Popowka nel 1943.

  

In passato le riunioni del Gruppo Alpini Sarcedo venivano tenute sfruttando l’ospitalità delle osterie del paese: alla Taverna (Giulia), dalla Perona, da Marchetti (al suono della fisarmonica), al Vulcano, al Moraro, al Cavallino, dalla Jole e Dalla Ivana.

   

 

Con questo documento, inizia nel 1982 quella che potremmo chiamare “l’avventura infinita” alla ricerca di un locale da adibire a Sede Alpina e che si concluderà solamente dopo sei interminabili anni il 24 aprile del 1988.

Ormai non si sapeva più dove mettere le varie attrezzature e archiviare documenti, circolari, lettere ecc. Era necessario procurarci un ambiente che fosse esclusivamente del Gruppo Alpini.

Ci interessammo presso l’allora Amministrazione Comunale che si disse disponibile a mettere a nostra disposizione il terreno necessario presso il nuovo parcheggio che sarebbe sorto nel parco del Sigg. Berti entro il 1983 ma nessun’altra possibilità ci era concessa all’infuori di questo. Accettammo di buon grado.

Venimmo anche a conoscenza, tramite il nostro socio Gino Cappozzo, che a Collaredo di Montalbano di Udine il Comune metteva a disposizione dei prefabbricati in legno che erano serviti ai sinistrati del terremoto del 1976 e che venivano venduti ai Gruppi Alpini ad un prezzo di favore.

Il Sig.Cappozzo che da quelle parti del Friuli aveva un carissimo amico, Costantino Tonnutti, con il quale aveva fatto le campagne di Grecia e Russia, organizzò un incontro con lui. Questo a sua volta si interessò del prefabbricato che era disponibile nel Comune di Collaredo. Ci recammo quindi con il Tonnutti prima dal Sindaco di detto paese e poi sul posto ove sorgeva il prefabbricato che misurava 98 mq. Lo stabile, tutto in legno, ci piacque: costava £. 1.600.000, ma ce lo cedettero per £. 950.000. Dovevamo però arrangiarci a smontarlo e tutto il resto.

Appena in possesso dei necessari documenti, ci recammo dal Sindaco di Sarcedo per comunicargli l’acquisto del prefabbricato, ricevendo conferma della possibilità dell’Amministrazione di concederci il terreno promesso per la posa della “Nuova Sede Alpina”.

Ci mancavano però i soldi che dovevamo versare al Comune di Collaredo. Che fare? Andammo dal comm. Francesco Dalle Rive, Capo Gruppo Onorario e Lui ci anticipò l’importo che poi fu restituito decurtato di £. 200.000.

Il 3 Luglio 1983, di sabato, faceva un caldo d’inferno, ci recammo in una decina di Alpini con un camion a smontare e portare a casa quella che sarebbe stata la nostra casa alpina. Alle ore 7 eravamo sul posto e alle 21 dello stesso sabato eravamo già di ritorno. C’è da dire che il Sig. Tonnutti e suo figlio non solo ci diedero da bere gratis, ma ci offrirono anche tutte e due le volte il pranzo e non vollero sentire parlare di compensi. Erano mani di Alpini che stringevano altre mani di Alpini.

Lunedì 5 Luglio 1983, non avendo lo spazio sufficiente per depositare provvisoriamente tutti i pezzi del prefabbricato, dovemmo ricorrere ancora al comm. Dalle Rive che ci mise a disposizione una parte di un suo capannone. Portammo poi al sig. Sindaco le foto richieste relative al manufatto e ci fu assicurato che nei mesi successivi si sarebbe potuto avere il terreno che ci era stato indicato.

 

Ci volle invece più tempo del previsto. Solo nel 1986 infatti giunse una concessione di contratto ventennale, pagando una annuale quota al Comune, che ci permise così di installare la nostra Sede nell’area sociale delle ex Scuole Elementari in via San Giuseppe.

È chiaro che non avevamo soldi: tutti, alpini e non alpini, concorsero in modo encomiabile a far sì che il nostro tanto sospirato sogno si realizzasse. Fu una gara di solidarietà dal singolo alle imprese, con denari, con mano d’opera, con materiali etc. …

 

E così domenica 24 Aprile 1988 poté avvenire l’inaugurazione. Alla presenza del Sindaco ing. G. Todeschini, del Capo Zona Campagnolo cav. Girolamo, del Presidente Sezionale Dalla Vecchia rag. Giovanni, del Generale A. Adami ed altre autorità civili, religiose e militari, con la partecipazione di tutte le Associazioni d’arma e di quelle Sociali, con il Corpo Bandistico "Elia Bassani" di Sarcedo e di Povolaro, alla presenza di un centinaio di Gagliardetti alpini, di tutti i Capi Gruppo della Zona Astico-Brenta e di altre Zone con tanti alpini e tanti labari a far corona al Gonfalone di Sarcedo, il Rev. Padre Ignazio cav. Faccin, dopo la solenne messa celebrata dal Rev. Arciprete Don Franco Coffetti nella chiesa di S. Andrea, dove la Corale di Sarcedo accompagnò il sacro rito con canti religiosi e patriottici, benedisse la nostra Nuova Sede, di cui la sig.ra Pierina, moglie del comm. Dalle Rive era la Madrina. Con l’occasione fu benedetto anche il nuovo Gagliardetto, giacché il precedente, vecchio di anni, meritava un giusto riposo nella Sede, offerto dalla Sig.na Carollo Orsola, madrina per lo stesso. Gli alunni delle scuole elementari e medie, accompagnati dalla Banda di Sarcedo eseguirono alcuni canti patriottici, mentre veniva fatto l’alzabandiera sul pennone eretto appositamente su un piedistallo di rocce accanto alla Sede. In mattinata, prima della S. Messa, vi era stata la deposizione di corone d’alloro al Monumento dei Caduti e la commemorazione del 25 Aprile da parte del sig. Sindaco.

Dopo la benedizione della Sede, nello stabile delle ex Scuole Elementari venne inaugurata una esposizione di disegni eseguiti dagli scolari sul tema “Gli Alpini e l’Italia”, che fu molto apprezzata e ammirata da tutti i visitatori.  Alla Biblioteca scolastica in quell’occasione furono donati dei volumi inerenti la storia e le tradizioni degli Alpini.

È da ricordare che la sera di sabato 24 Aprile nella Chiesa di Santa Maria a Madonnetta di Sarcedo il Coro Alpino di Lumignano si esibì con un stupendo programma di “cante” di montagne, lungamente applaudito e assai apprezzato.

Nel pomeriggio dopo il pranzo sociale, ebbe luogo la sfilata che, partendo dal piazzale antistante il Monumento alla Medaglia d’oro A. Vellere, attraverso la via principale S. Maria, il Cavallino e via S. Giuseppe, si è portata nell’area della Sede, dove era stato sistemato il palco per le Autorità.

 

Fu per Sarcedo e per il nostro Gruppo una sfilata memorabile, che vide la partecipazione entusiastica anche di tutta la cittadinanza ed un numero di alpini mai visti in circostanze simili.

 

Al termine della sfilata il Capo Gruppo commosso, nel ringraziare tutti i presenti ma anche gli assenti, ha ricordato che nella prima posa della prima simbolica pietra era stata inserita una pergamena che recitava: “Alpino, allor che giunto sarai all’estrema sponda della vita, non Ti rammaricare se non hai ricevuto ciò che Ti aspettava o se avendo dato non hai ricevuto, ma di quello che Tu avresti potuto fare e non hai fatto”. Il sig. Sindaco ribadiva nel Suo intervento di congratulazioni questo concetto e il Presidente Dalla Vecchia lo ampliava, ricordando come le case alpine sono il punto di partenza per sviluppi di solidarietà, di amicizia e di umanità nei confronti della società tutta.

 

 

 

 

                     

 

Al termine della manifestazione, è stata consegnata una targa ricordo alle autorità, ai Capi Gruppo e di Associazioni varie, ai gagliardetti presenti, e, mentre la Banda suonava alcuni brani musicali, negli stands appositamente allestiti veniva consumato un abbondante rinfresco.

Poiché nessuno doveva mancare alla festa dell’inaugurazione della nuova Sede Alpina, si è fatto richiesta delle licenze anche per gli alpini in Servizio.

È stata una serata alpina veramente superba, quella che si è svolta Sabato 9 Febbraio a Sarcedo, in occasione della chiusura del tesseramento anno 1985. La partecipazione degli Alpini, dei loro amici e simpatizzanti è stata quanto mai massiccia e l'ambita presenza del Capo Zona cav. Bertoluzzo, del cap. Faccin, di Padre cav. Faccin, del Sindaco sig. Borgo, degli immancabili ing. Dell’Orto e consorte, del socio e membro fondatore del Gruppo Carollo Eugenio, nonché autorità religiose e civili locali e di Zona ha dato alla manifestazione un particolare significato.

 

Durante la concelebrazione di Padre Faccin con i Parroci Don Battaglia e Don Coffetti di una SS. Messa in suffragio dei Caduti e Dispersi e di quelli che “sono andati avanti” nella Chiesa di S. Maria di Madonnetta, Padre Ignazio ha ricordato agli Alpini il loro dovere nel far fronte ai mali morali che in questo momento dilagano nella nostra società.

Dopo la deposizione di corone di alloro ai monumenti M.O. Antonio Vellere e ai Caduti di tutte le Guerre, accompagnata dagli inni patriottici della Fanfara sarcedense, gli Alpini si sono ritrovati al ristorante di Torricelle di Fara per la cena sociale.

Nell’intervallo, il Capo Gruppo, dopo aver ringraziato le autorità e i presenti per la loro partecipazione ed aver espresso la sua ammirazione per quanti hanno contribuito a far sì che il Gruppo si mantenesse sempre vivo e vitale, ha dato lettura del bilancio 1984, ricordando le attività svolte in favore dei cittadini, delle adunate a cui ha preso parte e delle iniziative benefiche a cui si è dedicato. Ha preso la parola poi il sig. Sindaco che ha portato il saluto dell'Amministrazione Comunale, dicendosi grato di poter essere presente a queste feste alpine, alle quali non intende rinunciare e, per quanto concerne il prefabbricato che il Capo Gruppo gli ha ricordato essere ancora in attesa, da quasi due anni, per essere installato ad uso Sede alpina, ha detto che manterrà la parola data e, che malgrado le difficoltà, spera quanto prima di formulare la definitiva concessione. Gli Alpini se lo augurano davvero!!!

Il capitano comm. Faccin, dopo aver detto di trovarsi sempre meglio fra gli amici Alpini, ha rammentato che le tradizioni alpine non devono andare distrutte e che pertanto i “veci” Alpini hanno il compito di trasmettere ai “bocia” quei valori fondamentali sui quali si è costituita la nostra associazione. Ed è assai importante che i giovani recepiscano questa necessità, in particolar modo in questo evolversi della società che sta creando dei nuovi idoli falsi, quali la droga, la mafia, la sopraffazione, l'obiezione, il terrorismo ecc., causando uno stato di anarchia e di disagio. I giovani pertanto, coadiuvati dall'esperienza dei vecchi Alpini devono portare, con il loro entusiasmo e la loro giovinezza, questa ventata di aria purificatrice.

Al termine del discorso molto applaudito, vi è stata una ricca estrazione a premi, mentre l’eclettica Fanfara si sbizzarriva in suonate alpine a cui facevano eco le voci rauche o no degli Alpini. La festa si è conclusa in fraterna e sempre crescente allegria, con il proposito di ritrovarsi tutti uniti ai prossimi impegni, primo fra tutti all'Adunata Nazionale del 19 Maggio.